La presenza di dolore alle articolazioni, soprattutto alle gambe, è un frequente motivo di visita presso gli ambulatori dei pediatri e dei medici di medicina generale. Questi dolori possono celare cause gravi come tumori maligni, infezioni o lesioni. Ma per fortuna, nella maggior parte dei casi, questi disturbi sono dovuti a “dolori della crescita”, che hanno un decorso benigno e autolimitante. Tuttavia, nonostante la benignità dei dolori della crescita, possono essere motivo di una notevole ansia da parte dei genitori.

 

Come si presentano?

I dolori della crescita possono manifestarsi improvvisamente, magari con un risveglio del bambino nel mezzo della notte, lamentando forti dolori alle gambe. Questi dolori sono comunque mal localizzati e appaiono in modo intermittente, di solito si verificano una o due volte a settimana, ma non c’è mai uno schema regolare. I bambini che soffrono di dolori di crescita, sono tipicamente esenti da altri problemi fisici

Secondo i criteri diagnostici elaborati da Naish e Apley, si tratta quindi di dolori intermittenti degli arti inferiori, per una durata di almeno 3 mesi, non specificamente delle articolazioni, con una gravità tale da interrompere il sonno. Lo schema che segue, elaborato da Peterson, è molto utile come guida alla diagnosi.

Caratteristiche del dolore Criteri di inclusione (dolori della crescita) Criteri di esclusione (valutare altre diagnosi)
Frequenza e durata Dolore intermittente, 1 o 2 volte alla settimana, raramente quotidiani, totale assenza di dolore tra gli episodi; episodi individuali della durata di 30 minuti-2 ore. Dolore che persiste o aumenta la sua gravità con il tempo.
Sede Di solito i dolori coinvolgono i muscoli del polpaccio, i muscoli della coscia, le caviglie e la fossa poplitea e colpiscono entrambi gli arti. Il dolore coinvolge le articolazioni. Il dolore riguarda un solo arto.
Tempo di insorgenza La sera e le notti Il dolore è sia diurno che notturno, che persiste fino al mattino successivo.
Esame fisico Normale Sono presenti segni di infiammazione.

Se il dolore corrisponde ai succitati “criteri di inclusione”, la diagnosi è praticamente fatta e non occorrono ulteriori indagini di laboratorio o radiografie. In presenza invece dei “criteri di esclusione” vanno considerate le possibili diagnosi alternative. Tra esse vi sono due patologie piuttosto frequenti, soprattutto nei bambini più grandi, nell’età di passaggio all’adolescenza, quali:

  • La malattia di Osgood-Schlatter: è un tipo disturbo della crescita, caratterizzato da dolori al ginocchio, nella zona sotto la rotula. È più frequente nei maschi di 11-15 anni, rispetto alle femmine (dove il problema può presentarsi tra gli 8 e i 13 anni). Consiste in una infiammazione del tendine che collega la tibia alla rotula. È un disturbo dovuto al fatto che lo scheletro cresce troppo rapidamente e mette in tensione i muscoli e i tendini e tende a risolversi spontaneamente con il tempo, con il cessare della crescita e grazie alla calcificazione delle ossa.
  • La scoliosi: anch’essa può essere dovuta a una crescita particolarmente accelerata e può essere favorita dal trasporto di zaini o cartelle troppo pesanti o con peso mal distribuito o ad atteggiamenti posturali. Si caratterizza per una curvatura anomala della colonna vertebrale. Il tronco appare inclinato, con una spalla più alta e una più bassa.

 

Qual è la prevalenza dei dolori dell’accrescimento?

Si ritiene che i dolori della crescita colpiscano circa il 10-20% dei bambini e la prevalenza stimata varia tra il 2,6% e il 36,9%. La fascia di età più colpita è tra i 4 e i 14 anni, con la stessa prevalenza tra maschi e femmine. Di solito i dolori della crescita tendono a ridursi gradualmente di intensità e frequenza nell’arco di 1 a 2 anni.

 

“Dolori della crescita” è un termine improprio?

Molti autori hanno sollevato obiezioni sulla validità del termine “dolori della crescita” perché chiaramente questi dolori non possono essere propriamente attribuiti alla crescita. L’età di picco dei dolori (4-8 anni) corrisponde infatti al periodo di crescita relativamente più lenta dell’infanzia. Inoltre, i siti di dolore (diafisi) non corrispondono al sito delle cartilagini di accrescimento (epifisi). Inoltre, non è stata riscontrata alcuna differenza di tasso di crescita tra i bambini con o senza dolori della crescita; non vi è infine alcuna prova che la crescita di per sé possa causare dolore. Sicché il termine “dolori della crescita” sembra essere effettivamente improprio e vengono pertanto suggerite definizioni alternative quali “dolori parossistici notturni”, “dolori degli arti ricorrenti nell’infanzia” oppure quella più descrittiva e precisa – ma meno pratica da usare – di “dolori dell’infanzia parossistici notturni, idiopatici e benigni, agli arti”. Tuttavia, nonostante le polemiche lessicali, il termine “dolori della crescita” gode ormai di ampia accettazione e popolarità.

 

Qual è la causa?

Inizialmente, nel 19° secolo, quando fu riconosciuta questa entità nosologica, si riteneva che la crescita stessa fosse l’agente eziologico di quasi tutti i dolori dell’infanzia. Dall’inizio del 20° secolo, la comunità medica ha iniziato invece a ritenere che i dolori della crescita fossero in realtà una forma sub-acuta di febbre reumatica, ma anche questa ipotesi fu poi smentita da altri studi. Attualmente, l’esatto meccanismo con la quale si verificano questi dolori è ancora poco conosciuto. Esistono tuttavia varie teorie; citiamo qui di seguito le più accreditate:

  • Anatomico/meccanica: i dolori della crescita sono spesso associati a difetti posturali od ortopedici, come il piede piatto o la scoliosi o le posizioni scorrette. Nell’ambito di questa ipotesi vi è anche quella della iper-mobilità articolare; infatti in alcuni casi i dolori della crescita si verificano dopo un aumento dell’attività fisica in presenza di articolazioni iper-mobili. Tuttavia questa nozione rimane in gran parte non dimostrata.
  • Affaticamento: si è osservato che la resistenza dell’osso (valutata con applicazione di ultrasuoni a livello tibiale) nei bambini con dolori della crescita, era significativamente minore rispetto ai controlli. In effetti, spesso episodi di dolori della crescita sono riportati nelle giornate di maggiore attività fisica e durante la parte finale di tali giornate. Questa osservazione farebbe quindi corrispondere il dolore a una causa di uso eccessivo locale, che porta ad affaticamento dell’osso.
  • Disturbo emotivo: la teoria psicologica parte dall’ipotesi che i dolori della crescita possano essere associati alla crescita emotiva del bambino ed eventuali stress in famiglia. Alcuni studi hanno infatti osservato che in bambini affetti da dolori della crescita sono anche più soggetti a frequenti dolori addominali e mal di testa psicogeni.
  • Ridotta soglia del dolore: più recentemente è stato dimostrato che i bambini con dolore della crescita presentano ridotte soglie del dolore, rispetto ai controlli di pari età e sesso. Viene pertanto suggerito che i “dolori della crescita” possono rappresentare una forma di sindrome di amplificazione del dolore non infiammatoria. Vi è in tal caso anche una soglia inferiore di risposta anche a freddo, vibrazioni e pressione profonda.

 

Come si curano?

Vanno innanzitutto rassicurati i genitori e il bambino sulla natura benigna dei “dolori della crescita”: questi dolori si risolveranno da soli con il tempo e non progrediranno in altre possibili malattie gravi. Per alleviare questo disturbo sono utili farmaci analgesici al bisogno, come il paracetamolo e i FANS, e misure non farmacologiche, come i massaggi alle gambe, frizioni e impacchi caldi.

Uno studio randomizzato controllato ha inoltre descritto l’efficacia di un programma di stretching muscolare degli arti inferiori, da concordare con un fisioterapista, che coinvolga i quadricipiti, i muscoli posteriori della coscia e i gruppi muscolari gastrocnemio. Un ulteriore studio ha indicato l’utilità di suolette ortopediche in casi selezionati con difetto posturale (piede prono). Per tale sospetto è ovviamente opportuna una valutazione specialistica (ortopedico, fisiatra). In tale ambito vanno inoltre consigliati adeguati atteggiamenti posturali, soprattutto nel tempo trascorso alla scrivania, al computer o ai videogiochi (vedi scheda di counseling).

È infine interessante sapere che la vitamina D potrebbe avere un ruolo nella gestione di dolori della crescita. Un recente studio ha infatti riportato livelli di vitamina D insufficienti nella maggior parte dei casi con dolori della crescita. Tuttavia l’efficacia della supplementazione di vitamina D nei dolori della crescita non è stata studiata. Anche l’uso di vitamina C, calcio, magnesio, non ha attualmente alcun fondamento scientifico.